L’affermazione più comune che mi capita di sentire a studio durante la visita di un nuovo paziente, al momento dell’anamnesi riguardante la storia del peso, è: in passato ho fatto diete diverse volte, sempre con buoni risultati, il mio corpo risponde bene al piano impostato, ma poi le diete sono risultate vane perché ho ripreso tutti i chili, tornando al punto di partenza. Al che la mia domanda è: pensi che la dieta che hai seguito era sbagliata ed è colpa sua se il peso successivamente è aumentato? No dottore, però appena rimangio qualcosa rimetto subito peso!
Ok, cerchiamo di spiegare questo problema capendo prima quali sono i meccanismi che fanno ingrassare o dimagrire. Il nostro corpo è una macchina che ha quotidianamente bisogno di energia per garantire la sua sopravvivenza e lo svolgimento di tutte le attività che una persona vuole affrontare. Mantenere il bilancio energetico significa introdurre la stessa energia, espressa in kcal, di quella che si spende ogni giorno per lavorare e fare attività fisica, definita metabolismo totale (MT). Molto schematicamente quindi potremmo definire il Metabolismo totale (MT) come la sommatoria di:
Metabolismo basale (energia che il nostro corpo utilizza per vivere e mantenere attive le proprie funzionalità)
LAF (livello di attività fisica), inteso come “quale sport” e “a che frequenza”
NEAT (sommatoria delle altre attività quotidiane non legate all’attività fisica) lavoro, svago, ecc..
Se si mantiene il bilancio tra quello che mangio ogni giorno e quello che spendo, sicuramente riuscirò a mantenere il peso, se mangerò più calorie rispetto a quelle che brucio tenderò ad ingrassare, se invece mangerò meno di quello che consumo tenderò a dimagrire. Ora, il “quanto peso” e in “quanto tempo” è legato alla proporzione dello sbilancio energetico, ad ogni modo il meccanismo è quello appena descritto.
Tornando al nostro paziente che poi riprende peso, cosa è successo quando si è messo a dieta? Molto semplicemente ha cominciato quotidianamente a ridurre l’introito calorico, tale da indurre il suo corpo a cominciare a consumare i depositi adiposi, a prescindere dal tipo di dieta che è stata scelta, e avrà continuato a fare ciò finchè non ha raggiunto un peso che voleva essere l’obiettivo, il punto di arrivo. A questo punto in genere, in accordo con il nutrizionista o chi di dovere, si butta giù un piano di mantenimento che il più possibile si avvicina alle esigenze del paziente, per quanto riguarda la tipologia di cibi, le quantità e lo stile di vita, oltre che a concordare gli eccessi/sgarri settimanali e insegnare delle tecniche per compensarli. Questo lavoro permette di tornare a mantenere il bilancio energetico, che non sarà più strettamente quotidiano, ma magari lavorerà nell’arco della settimana, e ad ogni modo porterà al mantenimento del nuovo peso ottenuto.
Quando invece il paziente durante il mantenimento comincia a prendere peso è perché le calorie che sta introducendo ricominciano ad essere in eccesso rispetto quelle che sta bruciando, quindi o il nutrizionista ha preso un abbaglio e ha sbagliato a calcolare il mantenimento, oppure il paziente ha cominciato a muoversi di meno riducendo il consumo, o a mangiare di più. La grande maggioranza delle volte il problema è proprio quest’ultimo, e la motivazione è semplicissima: torna a mangiare così come era abituato, magari perché in famiglia si mangia così, lamentando anche il fatto che ora che è tornato a mangiare “normale come tutti”, riprende peso. L’errore sta nel giudicare normale un modo di mangiare che ti ha portato ad un aumento di peso come successo in precedenza, e che se non modificherai, capendo che il tuo corpo ha bisogno di meno, sempre lì ti riporterà!
Ci sono poi casi dove non si torna a mangiare come abitudini precedenti, ma si commettono piccoli errori di valutazione e di utilizzo di alcuni alimenti che sembrano innocui e in verità fanno parte della categoria di quelli densamente energetici, ossia, come mi piace definirli “piccola quantità e tanta benzina”. Questi non provocheranno un aumento netto nell’arco di un periodo ridotto, però concorreranno, se utilizzati con frequenza, a quell’aumento di peso silenzioso che si nota dopo mesi.
In conclusione, il modo migliore per mantenere il peso nella vita, o a seguito di un dimagrimento, è modificare le proprie abitudini alimentari verso uno stile di alimentazione sana, dove una buona parte di alimenti che si utilizzano quotidianamente non fornisce energie elevate anche se consumati in quantità maggiore. Vivendo poi in una società dove i rapporti di convivialità sono importantissimi, è normale che si presenteranno situazioni in cui non sarà possibile fare attenzione, ben vengano, ma dobbiamo essere consapevoli di quello che abbiamo fatto e saper riequilibrare la situazione nei giorni di routine settimanale. Ricordiamo sempre che mantenere una buona attività sportiva, durante la settimana, e perché no, anche quotidiana se si riesce, potrebbe essere la chiave di lettura per riportare più velocemente a livello quel bilancio di cui abbiamo fino ad ora parlato.
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